Nell'Ottocento Capri cominciò ad essere conosciuta nel mondo. In un primo momento deve la sua fama al fatto di essere un punto strategico per il controllo del sud Italia e sede d'aspre lotte tra i Francesi del regno di Napoleone, succeduti ai Borboni, e gli Inglesi. Sono di questo periodo numerose fortificazioni lungo il perimetro dell'isola a scapito delle rovine romane che erano riuscite a sopravvivere fino ad allora. In seguito la fama di Capri crebbe grazie all'interesse romantico per i viaggi, che portò sull'isola i primi di una lunga serie di stranieri. Capri divenne un luogo dove dedicarsi all'otium e all'arte di ricevere gli ospiti. Il nuovo spirito della popolazione si deve alla chiusura dei conventi, all'abolizione del vescovato, voluta nel 1815 da Ferdinando IV, tornato a Napoli come Ferdinando I, re delle Due Sicilie, ed alla fine dell'occupazione militare che liberò gli abitanti di Capri dai vincoli morali, economici e dalla depressione generale. Nella prima metà dell'Ottocento arrivarono a Capri i paesaggisti della Scuola di Posillipo come Giacinto Gigante, Marco De Gregorio, Angelo Viviani. Il primo albergo dell'isola fu aperto dal notaio Pagano che trasformò la propria casa nell'Hotel Pagano. Durante questo secolo ospitò artisti provenienti da tutto il mondo, prevalentemente tedeschi, appartenenti alla bohème squattrinata del periodo. Solo alla fine dell'Ottocento, con l'apertura del Quisisana, approdò a Capri un turismo fatto di nobili, reali, e personalità della politica e dell'industria. La fortunata caratteristica dell'ospitalità caprese è stata quella di saper accogliere con la stessa cura e discrezione persone d'ogni sorta. Hanno soggiornato a Capri l'esule russo Massimo Gorkij; il pittore tedesco Karl Wilhelm Diefenbach; il monaco Miradois, che abitò nella Grotta di Matromania; il conte Jacques Fersen, dandy dalla condotta priva d'ogni pregiudizio morale; lo scrittore Norman Douglas. Sull'isola si stabilì anche il medico svedese Axel Munthe che costruì la celebre Villa San Michele e rese omaggio a Capri nel suo romanzo "La storia di San Michele". A metà Novecento divennero ospiti abituali di Capri scrittori come Moravia, Ungaretti, Pratolini, Malaparte, ed esponenti dell'avanguardia letteraria come i futuristi Marinetti, Prampolini, Depero, Clavel, che lanciarono il "Manifesto della Bellezza di Capri" e la elessero centro per gli artisti di tutto il mondo. Dagli anni Cinquanta Capri diventa il ritrovo e la capitale mondiale della Cafè Society: cominciò la stagione delle feste alla moda, delle cene in abito da sera e delle abitudini di gran lusso. Ancora oggi Capri resta una meta desiderata e sognata, visitata da turisti provenienti da ogni parte del mondo, che vi restano un solo giorno o più, che siedono nella vetrina della Piazzetta per combattere l'anonimato, e ancora oggi si possono incontrare artisti nelle stradine solitarie, che dipingono, scrivono e usano l'energia dell'isola per riversarla nel loro prossimo libro o film o album.

http://www.capri.it/it/storia

giovedì 4 settembre 2008

Un posto per pensare


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Salve.Sono Clem.Ho trovato la Sua URL sul minipost del mio blog, laddove parlavo, in senso fortemente ironico, naturalmemte, della mia....sofferenza trascorsa nelle vacanze a Capri (specifico, peraltro che non ho fatto nessuna vacanza, ma soltanto una web-viaggio di fantasia, *andando* in una delle più belle meraviglie naturali esistenti al mondo (e non lo dico solo perchè campano).Non so come abbia fatto a trovare il mio blog.Però, senza alcuna piaggieria, posso dirLe che il Suo è bellissimo.Del resto con quel pò pò di curriculum.....grazie della visita, clem

costantino liquori ha detto...

Ciao Clem, scusa se ti do del tu, ma in questo nostro mondo credo sia ormai necessario.Il tuo blog l'ho scovato per caso, e il "per caso" fortunatamente è ancora importante:) Capri è nella mia testa e nella mia anima da sempre. Se chiudo gli occhi sento il rumore del suo vento e del suo mare...così mi aiuto a vivere